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La Via della Musica

2025-03-12 15:36

Francesco Meucci

Arte,

La Via della Musica

La Via della Musica

La Via della Musica

Seguire il respiro, osservare i pensieri, ascoltare i suoni della natura per scoprire il silenzio che li abbraccia. Scalare una montagna, guardare un tramonto, percepire con la mano la morbidezza di un prato: sono tutte forme di meditazione, tanti punti d’accesso a quella dimensione del non-manifesto che i maestri insegnano. Un luogo in cui, oltre alla pace, è possibile sperimentare una profonda sensazione di connessione con l’infinito.

 

E la musica? La musica è uno dei canali più potenti in assoluto. Ma c’è un però.

 

Per come è stata rappresentata e vissuta negli ultimi cento anni, credo che in molti casi questo collegamento si sia spezzato, trasformando la musica classica nel dominio dell’ego più che dello spirito, nel regno della noia anziché della gioia, nel culto dell’immagine piuttosto che nello spazio dell’essere.

 

A chiunque sarà capitato di annoiarsi suonando o ascoltando un concerto di musica classica. In molti, me compreso, si sono attribuiti la colpa. Quante volte ho pensato di non capire, e quante volte l’ho sentito dire. Ma vi assicuro che, se avete provato queste sensazioni, avete capito fin troppo bene.

 

Se vorrete seguirmi in questa storia, vi condurrò in un viaggio attraverso un mondo solo in apparenza dorato, tra direttori tirannici, la paura – a volte il terrore – del palcoscenico e un misterioso assassino che cerca di uccidere il protagonista. Un viaggio che, però, non sarebbe completo senza riportare la musica a casa, nel luogo sacro che le appartiene, dove il concerto diventa uno spazio in cui esecutori e spettatori accedono a quella dimensione in cui tutto è Uno e in cui davvero tutto può accadere. Perché la musica può aprire la porta di quel luogo di pace e gioia senza motivo che è la nostra vera essenza.

 

⸻  L’autore, Francesco Meucci

Dopo migliaia di concerti in giro per il mondo, dopo tanto stress, paura, fame di musica, delusioni, direttori più simili a semidei tiranni che a musicisti, e dopo rari ma inestimabili momenti di estasi, questo romanzo si è scritto quasi da solo. Parlare con amici e colleghi, magari la sera dopo i concerti, mi ha fatto capire che la storia che avevo in mente da anni non era più solo mia, ma apparteneva a tutti.

 

Riportare la musica a casa: questo è il desiderio di tanti, a volte senza nemmeno rendersene conto. Condividere queste idee attraverso La Via della Musica è il regalo più bello che potessi farmi.